13 luglio 2009
LA CANTINA DEI BRIGANTI
 Museo di Crocco La Tavern R Crocc
Museo privato permanente del Brigantaggio e della Civiltà contadina Rionero in Vulture (Pz)
LA CANTINA DEI BRIGANTI Ricreato a Rionero l’ambiente brigantesco con la “Tavern r’ Crocco” di Michele Traficante
L’idea è stata del giornalista pubblicista Franco Loriso, cane sciolto dell’informazione ( senza padrini e senza padroni, come suole definirsi). Egli è autore fra l’altro del volume “ Il Generalissimo: i briganti siete voi” nel quale difende a spada tratta Crocco e i suoi briganti ritenuti vittime di soprusi e di uno stato di estrema miseria. Loriso, inoltre, è editore, direttore, in buona parte estensore e distributore nella città del Vulture del suo molto diffuso settimanale ciclostilato “Giornale di Rionero”. Una vecchia cantina posta in Via Mazzini a Rionero, che all’epoca borbonica e brigantesca si chiamava prima Via Carcarola, (per via di una fornace per la produzione di calce posta nelle vicinanze) e poi Via Annunziata, quando l’intitolazione delle strade ai patrioti risorgimentali e personaggi illustri era ancora da venire, ospita tutto quanto può richiamare l’ambiente e gli usi di vita della metà dell’Ottocento. La “Tavern’ r Crocco”, posta ad una cinquantina di metri dalla casa ove ha vissuto Carmine Crocco da bambino, da adolescente e da giovane, è intelligentemente tappezzata da vecchie fotografie e stampe riguardanti il brigantaggio post- unitario. Arredata con strumenti ed utensili di un tempo, in verità, ricrea solo in parte l’atmosfera brigantesca. Ci vuole una bella immaginazione per vedere quel luogo frequentato dal famoso capobrigante rionerese con i suoi seguaci. Una doverosa precisazione da sottolineare è che Carmine Crocco, soprannominato col diminutivo Donatelli o Donatello, in effetti è nato in Via San Nicola e non nella casa, più volte ed erroneamente indicata, posta nell’attuale Via Mazzini. Ciò si deduce inconfutabilmente dall’atto di nascita, il cui testo si riporta fedelmente, per definitiva certezza. Nel registro degli atti di nascita dell’anno 1830 dell’Archivio dello Stato Civile di Rionero in Vulture, al numero d’ordine 164 si legge: “L’anno milleottocentotrenta, il dì sei del mese di giugno, alle ore dodici, davanti a noi Signor Paolo Leone Sindaco ed ufficiale dello stato civile del Comune di Rionero. Distretto di Melfi. Provincia di Basilicata, è comparso Francesco Crocco di Rionero, figlio del fu Donato, di anni ventiquattro, di professione contadino, domiciliato a San Nicola, il quale ci ha presentato un Maschio, secondocché abbiamo oculatamente riconosciuto, ed ha dichiarato che lo stesso è nato da sua moglie Maria Gerarda Santomauro, di anni ventiquattro domiciliata con suo marito, e da esso dichiarante di anni come sopra di professione come sopra e domiciliato come sopra, nel giorno cinque del mese di giugno dell’anno corrente alle ore 16 nella casa di essi coniugi. Lo stesso ha inoltre dichiarato di dare al bambino il nome “Carmine”. (…) . Allegato all’atto di nascita c’è la “fede di battesimo” del parroco di San Nicola. Pertanto non è esatta l’iscrizione “casa natale” di Crocco riportata nella lapide apposta sulla facciata della casa ( oggi inesistente perché demolita e ricostruita ex novo) posta in Via Mazzini. Quindi il nome corretto del capobrigante è: Carmine Crocco e non, come riportato da non pochi autori, alcuni anche molto noti, Carmine Donatelli detto Crocco
E il soprannome Donatello? Donatello, diminutivo del nome Donato, era ben chiaro al Sostituto Procuratore che emise il primo mandato di cattura di Crocco, e come correttamente scritto sul manifesto della Commissione provinciale per la repressione del brigantaggio di Potenza, che prometteva un premio di ventimila lire per la cattura del capobanda rionerese. Donatello era il soprannome del nonno paterno di Carmine, che si chiamava Donato Crocco. Lo racconta Gennaro Fortunato, zio di don Giustino, in un manoscritto inedito, con queste parole: ” Carmine Crocco, figlio di Francesco, era soprannominato Donatello, dal nome dell’avo paterno Donato, che nomavasi con siffatto diminutivo. Dal nonno quel soprannome passò probabilmente a tutti i discendenti, se lo stesso Carmine nell’Autobiografia chiama il padre Donatello Crocco. Ma torniamo all’allestimento del museo privato permanente del brigantaggio e della civiltà contadina curata con molto impegno e passione dall’Associazione cultuale Solaris di Rionero in Vulture. Nel corso dell’inaugurazione, avvenuta nei giorni scorsi, con l’intervento del sindaco di Rionero Antonio Placido, che ha tagliato il classico nastro, del preside emerito prof. Donato Martiello e del giornalista Donato Mazzeo, l’encomiabile iniziativa ha suscitato grande interesse e curiosità nei cittadini rioneresi e non solo.
LA TAVERN R CROCC Museo Privato del Brigantaggio e della civiltà contadina
Via Mazzini, 79 Rionero in Vulture
info: franco.loriso@tiscali.it
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